Inquinamento marino e plastiche biodegradabili: il punto di vista di Open-Bio

  martedì 9 febbraio 2016

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Inquinamento marino e plastiche biodegradabili: il punto di vista di Open-Bio

Il consorzio di ricerca Open-Bio, il progetto finanziato dalla Commissione Europea per supportare azioni di standardizzazione, etichettatura e procurement dei prodotti biobased, ha pubblicato un documento per esporre la propria posizione in merito ad alcune affermazioni sulla biodegradazione marina e le plastiche biodegradabili all’interno del report "Biodegradable Plastics and Marine Litter. Misconceptions, concerns and impacts on marine environments”, elaborato dall’UNEP (United Nations Environment Programme) nel 2015.

A tal proposito il consorzio Open-Bio ha precisato come le plastiche realmente biodegradabili possano diventare un fattore cruciale a favore della tutela ambientale, soprattutto per quelle applicazioni ad alto rischio di dispersione in mare. Ovviamente, precisa il documento, le plastiche biodegradabili non rappresentano l’unica soluzione al problema dei rifiuti. Prevenzione, formazione e corretta gestione (compresi l’implementazione della raccolta differenziata e il riciclo organico delle plastiche biodegradabili) sono tra le iniziative da attuare per contenerne la formazione.  Per maggiori informazioni leggi il documento completo “Comment on the UNEP report on biodegradable plastics and marin litter”.
 
Open-Bio ha messo a punto nuove metodologie per le analisi della biodegradazione marina. Attraverso questi metodi è stato possibile verificare che il MATER-BI – la famiglia di bioplastiche biodegradabili e compostabili sviluppata da NOVAMONT - si decompone per il 90% in meno di un anno in quei luoghi dell’ambiente marino in cui le plastiche disperse tendono tipicamente ad accumularsi.

Grazie a questo risultato NOVAMONT ha conseguito l’attestato “Environmental Technology Verification" (ETV) per il comportamento del MATER-BI nella biodegradazione in ambiente marino: un risultato importante, menzionato anche nel recente report “The New Plastics Economy: rethinking the future of plastics” della Fondazione Ellen MacArthur.

Il MATER-BI risulta quindi un materiale idoneo alla realizzazione di oggetti in plastica con alto rischio di dispersione in mare. Come illustrato da Francesco Degli Innocenti - Responsabile Ecologia dei Prodotti e Comunicazione Ambientale di NOVAMONT - nella sua relazione al terzo meeting del progetto GHOST, è attualmente in fase di sperimentazione la produzione di calze per mitili in MATER-BI, che proprio per le sue caratteristiche di biodegradabilità potrebbe contribuire a risolvere un problema attualmente molto diffuso lungo le aree costiere italiane in prossimità di mitilicolture offshore causato dalla dispersione di tali attrezzi nell’ambiente marino.